Nella Sicilia sud- orientale sorge il territorio di Grammichele, una cittadina la cui particolarità sta nella sua planimetria simmetrica ed esagonale. Il perimetro è costituito , infatti, da un esagono avente al centro una piazza anch’essa esagonale in cui troviamo il Palazzo di Città che ospita il Museo Civico.

Pillole di storia
Grammichele nacque pochi mesi dopo il terremoto dell’ 11 Gennaio 1683 che distrusse, insieme a molti altri centri del Val di Noto anche Occhiolà , antico borgo medioevale ormai disabitato. Pochi furono i superstiti. Venuto a conoscenza della catastrofe , il principe Carlo Maria Carafa principe di Butera e di Roccella, barone di Occhiolà, decise di ricostruire la cittadina a pochi chilometri dall’ormai distrutta Occhiolà , nel feudo di Gran Michele. Il principe e l’architetto Michele da Ferla lavorarono insieme e incisero su una lavagna in ardesia (tutt’ora conservata nel Museo Civico), la planimetria con le strade e le chiese dell’odierna Grammichele.

Il Museo
l Museo Civico è stato allestito in alcuni ambienti del Palazzo di Città che si affaccia sulla piazza esagonale dedicata al principe Carlo Maria Carafa ed accoglie i reperti storici e archeologici provenienti soprattuto dagli scavi del Parco archeologico di Occhiolà. I reperti sono presentati seguendo un ordine crono-.culturale che va dalla preistoria fino al momento precedente al terremoto del 1693.
La visita al museo parte dai reperti provenienti dalla necropoli risalente alla tarda età del Bronzo scoperta tra le contrade di Madonna del Piano e Molino della Badia . Si tratta di tre sepolture femminili, dato che sono stati ritrovati oggetti in bronzo, tra fibule, spirali e cavigliere, anelli in ferro, e un calcofono (strumento musicale indossato come una collana).

Sono presenti reperti dell’età greca arcaica e classica,con i reperti provenienti dalla necropoli di Casa Cantoniera. I corredi funerari sono costituiti da pregiato vasellame di importazione attica,come le ” kylikes”ad occhioni.

In unsettore della terza sala del museo è possibile ammirare statue votive di età ellenica . A Poggio D’Aquila, il professor Orsi,individuo’ un’area sacra da cui provengono numeroso vasellame,oggetti sacri,statue e busti. Molti reperti sono conservati nel museo Orsi di Siracusa.
Sempre nella terza sala, sono esposti oggetti di uso comune come le anfore da trasporto e frammenti di un telaio.


Nell’ ultimo settore della terza sala sono esposte dei vasi in ceramica e delle maioliche risalenti al XV – XVI sec. che presentano decorazioni vegetali o antropomorfe di colore blu cobalto . Queste maioliche e queste decorazioni sono ancora ammirabili nelle famose caramiche di Caltagirone.



Il Presepe di Occhiolà
Il terremoto del 1693 devastò la città , crollarono case, edifici e chiese. Gli scavi vicino a quella che un tempo era la chiesa dello Spirito Santo ci sono i resti di un opificio di ceramiche ed è li’ che sono state ritrovate delle statuette di un presepio. Sono statuette semplici,non rifinite . C’ è la Madonna, il bambinello, lo scantato , pastori e pastorelle.

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